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Fattura Elettronica Europea

Stati europei sempre più digitali e integrati

A partire dalla direttiva comunitaria 2014/55/UE sulla “Fatturazione elettronica negli appalti pubblici” è stato elaborato un modello semantico dei dati della fattura in grado di rendere interoperabili le fatture di Stati diversi.

In base alla direttiva, che è entrata in vigore il 18 aprile 2020, tutte le amministrazioni pubbliche europee devono quindi essere in grado di ricevere ed elaborare le fatture elettroniche in una modalità conforme ad uno specifico standard (EN 16931).

Questo obbligo coinvolge sia le amministrazioni centrali, che quelle locali: ciascuna di esse deve accettare fatture elettroniche nei formati definiti dalla direttiva, ossia:

  • Xml Ubl 2.1 (Universal Business Language)
  • CII 16B (Crossi Industry Invoice)

Questi formati consentono l’utilizzo di circa sessanta modelli di business, andando a supportare ad esempio l’intero ciclo dell’ordine.

Questo ulteriore passo verso la digitalizzazione dei paesi europei risponde a diverse esigenze, quali

  • Superare le difficoltà dovute all’uso di strumenti di carattere nazionale
  • Facilitare la partecipazione dei soggetti passivi IVA agli appalti pubblici di altri paesi europei
  • Semplificare ricezione, invio e gestione delle fatture
  • Automatizzare le elaborazioni dei contenuti delle fatture
  • Monitorare meglio i costi pubblici con un maggiore controllo su possibili irregolarità

L’Italia ha applicato quanto emanato dalla direttiva europea nonché, con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, definito le regole tecniche con le quali il Sistema di Interscambio deve gestire le fatture elettroniche conformi agli standard europei.
Queste regole definiscono quindi sia le modalità con le fatture di altri paesi vengono convertite nel noto formato XMLPA (in uso a livello italiano), sia come quelle italiane vengono tramutate nel nuovo standard per poter transitare, attraverso il Sistema di Interscambio, verso gli altri paesi.

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